Il mercato della cannabis “light” in Italia ha origini molto recenti, risalenti all’emanazione della legge n. 242 del 2016; il provvedimento, volto a promuovere la filiera agroindustriale della canapa, ha dato il via alla nascita di un settore merceologico di nicchia, ma che, ad oggi, impiega un numero significativo di imprese e lavoratori. Anche in termini di fatturato, il settore sta già registrando cifre importanti; secondo un articolo pubblicato nel maggio dello scorso anno dal portale MilanoFinanza, il giro d’affari si aggirerebbe intorno ai 44 milioni di euro all’anno. Secondo le stime elaborate da Davide Fortin, ricercatore dell’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting, il giro d’affari potrebbe addirittura decuplicarsi (Marijuana Policy Group di Denver). Ancora solo una piccola porzione di consumatori abituali di cannabis si rivolgono alla “light” come succetaneo, immaginate quindi di che numeri si parlerebbe con una vera e propria legalizzazione, come in corso nel resto di europa in questo momento.

Le dimensioni attuali dell’industria della canapa legale

In assenza di una svolta normativa (la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum per la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo tra una settimana), il settore dei derivati dell’erba legale è cresciuto in modo significativo, soprattutto negli ultimi anni.

Attualmente, il settore conta oltre 3.000 aziende attive, circa 12.000 dipendenti e un migliaio di negozi fisici, a cui si aggiungono numerosi negozi online specializzati. L’intero settore ha registrato un massiccio aumento delle vendite durante la prima serrata (+600%); non sorprende quindi che il recente decreto interministeriale sulle piante officinali abbia messo in agitazione gli operatori del settore. Come sottolineato da diverse associazioni e consorzi (tra cui Agrinsieme), infatti, il provvedimento rappresenta l’ennesima occasione mancata per regolamentare in modo chiaro la filiera produttiva e commerciale legata alla coltivazione e alla trasformazione della canapa.

Prodotti e canali di distribuzione

La categoria merceologica dei derivati dell’erba legale, anche conosciuta come cannabis light, comprende un’ampia gamma di prodotti legati da alcune prerogative legali.

Sebbene il termine “light” sia puramente colloquiale e non abbia alcun significato normativo, si riferisce all’assenza di effetti psicotropi e psicoattivi, nonché all’incapacità di questi derivati di causare dipendenza o assuefazione. Questa caratteristica è dovuta al bassissimo contenuto di THC della pianta di canapa, acronimo di tetracannabinolo, un composto organico (del gruppo dei cannabinoidi) naturalmente presente. Il THC è responsabile degli effetti narcotici della marijuana e dell’hashish (che contengono il 15-25% di THC).

La concentrazione massima di THC nei prodotti “light” non supera lo 0,5% del peso totale; si tratta di una quantità così bassa che qualsiasi derivato della canapa (compresi marijuana e hashish light) è completamente innocuo, cioè privo di effetti narcotici.

Tuttavia, questo non basta perché i derivati della canapa “light” siano legali: devono anche essere ottenuti da piante di Cannabis sativa Linneus, le uniche che possono essere coltivate in Italia senza autorizzazione ai sensi della legge n. 242 del 2016. Inoltre, le piante di cannabis legali devono provenire da coltivazioni preparate con semi certificati.

A tal fine, e per evitare varie conseguenze, il consiglio è di utilizzare solo canali di vendita trasparenti, tracciabili e certificati. Come già detto, i derivati “leggeri” della canapa sativa sono commercializzati sia da negozi fisici che da negozi digitali; ad esempio, puoi comodamente acquistare erba legale su e-commerce specializzati come CBD Therapy Delivery, sia presso rivenditori che operano in punti vendita offline. La scelta di un canale di acquisto sicuro e affidabile fornisce le necessarie garanzie sulla conformità e sulla sicurezza del prodotto, tutelando sia il consumatore che gli operatori commerciali ed evitando di alimentare i mercati illegali.

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