Gli stipendi in Italia sono fermi dagli anni Novanta, ma non si può dire lo stesso del mondo del lavoro e delle professioni moderne. I lavoratori del futuro si dividono tra tradizione e modernità, tra le innovazioni della tecnologia e la qualità della tradizione italiana artigianale. Il significato del Made in Italy sta cambiando e, con esso, cambiano anche le nuove professioni, tra il lavoro da remoto e quello manuale.

Ma quali sono le professioni del futuro per gli italiani? In un’epoca di trasformazione digitale, l’artigianato sta tornando di moda sia con i lavoratori che con i consumatori.

 Secondo ricerche di mercato di Istat e di Confartigianato, in Italia il 42% degli occupati lavora nell’artigianato e nelle piccole imprese, invece che in grandi multinazionali. La regione che conta più addetti nel settore è la Toscana, con oltre 220mila occupati nell’artigianato, seguita dal Veneto e dalla Campania, dove il numero di lavoratori è cresciuto del 38,7% in un anno. In tutto il Meridione, l’occupazione nel settore ammonta a 567mila addetti. Cioè oltre il 121% rispetto alle multinazionali delle regioni del Sud.

Ne è una prova la mostra-mercato “Artigianato d’eccellenza” che si svolge a Lecce a fine maggio. Con temi centrali come la sostenibilità e la solidarietà, l’edizione del 2024 celebra sia la bellezza pugliese che la bravura di artigiani che si trovano nella città barocca per mostrare le proprie opere tra cui occhiali da sole, gioielli ed outfit di seta. A Roma, la mostra  “Artigianato, cuore del Made in Italy” promossa da Fondazione Symbola, Confartigianato, ospita a palazzo Piacentini un’iniziativa unica, che vuole celebrare l’eccellenza dell’artigianato italiano nel passato e per il futuro.

Certo, l’eccellenza italiana non è solo lavoro manuale come i gioielli o le ceramiche, ma è anche gusto. Come Ditta Artigianale, che ha lanciato il Cyclist Coffee Blend, un caffè ideato per i ciclisti. Oppure il gusto della gelateria artigianale come l’Antica Gelateria Amedeo di Genova, premiata da Gambero Rosso per la sua crema di noccioline caramellate e yogurt.

Però, le professioni del futuro in Italia non sono solo artigianali. Sono sempre più tecnologiche ed innovative in ogni settore. Ad esempio, il corso gratuito “Lo studio professionale nell’era digitale” del Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti offre 10 sessioni da due ore che hanno lo scopo di insegnare ai commercialisti italiani come funziona il processo di digitalizzazione e come possono sfruttare questo cambiamento per migliorare la propria attività. Con temi come la gestione dei documenti informatici, l’uso dei social network e la cyber sicurezza, questo corso proietta i professionisti in un futuro tecnologico.

Così come addetti di industrie come quella del food e beverage, aeronautica e dell’automotive sfruttano la digitalizzazione per rendere i loro processi produttivi più efficienti e sostenibili. Con l’ausilio di strumenti come i  sensori a pressione relativa, il lavoro diventa più preciso ed affidabile. Esistono diversi tipi di sensori, come quelli piezoresistivi, molto resistenti e con una buona tenuta termica, e i sensori di pressione  capacitivi, che possono misurare basse pressioni sotto i millibar resistendo ad enormi sovraccarichi.

I sensori non sono le uniche tecnologie che stanno trasformando il mondo del lavoro in Italia. Una delle innovazioni più promettenti è l’intelligenza artificiale (IA). Secondo una ricerca dell’Istituto Piepoli, solo 1 italiano su 3 (il 35%) pensa che l’IA possa davvero aiutare i lavoratori e solo 1 su 4 (28%) sceglierebbe le consulenze fornite da un professionista generato dall’IA al posto di un “vero” consulente. Però, in questo scenario, l’IA continua a far parlare di sè e a creare nuove opportunità. Tanto che Microsoft Italia ha annunciato la sua prima Virtual Career Fair per promuovere l’IA nel mondo del lavoro.

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