Come diventare traduttore? In che modo può essere vantaggioso lavorare con le lingue, viaggiando e facendo della tua professione un continuo scambio culturale? Flessibilità e altissima richiesta sono i capisaldi su cui si basa un’attività che ha già appassionato migliaia di studenti (e non solo).

Il vero vantaggio? La possibilità di poter portare a termine i propri compiti ovunque si voglia, usufruendo semplicemente di un laptop e di una buona connessione internet. Esatto: stiamo parlando del telelavoro, meglio noto come smart working. Non soltanto, infatti, i traduttori possono scegliere la carriera da ufficio – ovvero un’occupazione dipendente, magari in un’azienda o nel settore pubblico e amministrativo – ma possono anche decidere di essere liberi professionisti (freelancer) in grado di cogliere al volo le centinaia di opportunità offerte dal digitale: ecco cosa sapere.

Come diventare traduttore? I requisiti indispensabili

Inutile negare che per diventare un traduttore professionista sia necessario avere determinate competenze che possano adattarsi al campo e al settore in cui si viene impiegati. Vuoi essere un traduttore editoriale? Oppure vuoi operare nel campo politico, sociale e umanitario? Qualsiasi siano le tue aspirazioni, non può mancare al tuo bagaglio culturale una conoscenza approfondita delle informazioni grammaticali e sintattiche delle lingue di interesse, magari coadiuvata da una Laurea in Lingue e Letterature Straniere.

In alternativa, puoi scegliere di seguire un percorso di studi in Traduzione, incentrato sulle varie tipologie di software che vengono sfruttate al giorno d’oggi per la gestione delle terminologie settoriali e del project management.

Essere un traduttore: le opportunità di vita all’estero

Intraprendere la carriera del traduttore significa sfruttare a tuo vantaggio la possibilità di crescita culturale mentre sei all’estero: basti pensare alla formula dei viaggi-studio, degli scambi tra Paesi UE, o delle interessanti iniziative europee che possono essere tenute sotto controllo comodamente online.

Fondere le competenze linguistiche alla cultura locale è importante per cogliere a 360 gradi le sfumature di un Paese straniero. Non soltanto potrai crescere e fare esperienza, ma sarai anche in grado di conquistare una vera e propria ciliegina sulla torta da inserire nel tuo Curriculum Vitae.

Sono molte le occasioni mediante cui aprire nuove porte lavorative una volta tornato in Italia. In caso tu sia un libero professionista, invece, puoi scegliere di accettare clienti locali o esteri, lavorando dove e quando preferisci. Infine, attenzione all’aspetto fiscale: sebbene nel nostro Paese non sia necessaria alcuna autorizzazione per diventare traduttore (non esiste alcun albo professionale, così come avviene per psicologi o personale medico), è necessario aprire una partita IVA nel caso tu voglia essere un freelancer, così da versare i contributi statali obbligatori.

Come trovare il primo lavoro da traduttore?

La rivoluzione digitale consente di avere una vasta gamma di opportunità lavorative a portata di click. Le agenzie di traduzione (fisiche oppure online), le commissioni con clienti privati, i portali per liberi professionisti (Fiverr, Frellancer.com, Upwork e così via) sono il punto di partenza da cui trovare persone interessate ai tuoi servizi. Imparerai a gestire le tue capacità professionali e avrai modo di scegliere i task che maggiormente si addicono alle tue aspirazioni. Infine, se non hai mai tradotto per lavoro, è giunto il momento di chiederti se puoi trasformare la tua passione in una vera occupazione: aggiornamento, pratica e dedizione sono da sempre la chiave del successo!

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